
L’Arcivescovo Gristina con il sindaco Pogliese in preghiera davanti al Velo di Sant’Agata
Ieri mattina il Vescovo di Catania, Mons. Salvatore Gristina, si è recato presso la cappella della Vergine e Martire Agata, nella basilica Cattedrale per pregare davanti alla reliquia del sacro velo di Sant’Agata, affinché abbia a cessare l’epidemia di covid-19 che sta affliggendo il nostro Paese e il mondo intero.
Presenti nella cappella di Sant’Agata il sindaco di Catania, On. Salvo Pogliese, in rappresentanza della cittadinanza di Catania, il parroco della Cattedrale, Mons. Barbaro Scionti, e il Viceparroco Can. Giuseppe Maieli.
Dopo la preghiera iniziale del nostro Arcivescovo, il parroco della Cattedrale, Mons. Barbaro Scionti ha fatto una introduzione storica sugli eventi che hanno visto la Martire Agata a protezione della sua Catania.
In particolare ha detto:
“I catanesi riconoscono alla loro Santa concittadina il ruolo di protettrice fin dall’anno successivo al martirio, ossia il 252 d.C., quando i racconti del martirio ci tramandano che il Velo di Sant’Agata, simbolo delle vergini consacrate a Dio, liberò la città da una violenta eruzione dell’Etna.
La protezione esercitata da Agata su Catania ha accompagnato nei secoli le vicissitudini della città: il Velo, considerato vero e proprio baluardo contro calamità naturali e pestilenze, è stato particolarmente venerato dall’età antica sino all’Ottocento.
Nel 1444 il domenicano Beato Pietro Geremia e nel 1886 il benedettino Beato Cardinale Giuseppe Benedetto Dusmet, arcivescovo di Catania, invocano e ottengono protezione da terribili eruzioni dell’Etna.
In più occasioni Sant’Agata ha protetto la sua città anche in occasione di pestilenze ed epidemie. Da ricordare la pestilenza del 1575, anno in cui l’epidemia flagellava l’intera Sicilia e cominciò a diffondersi anche a Catania, sotto l’episcopato di Giovanni de Orosco Arzès. I catanesi ottennero un altro segno di protezione nel 1743 quando una seconda ondata di peste stava per diffondersi da Messina a Catania, sotto l’episcopato del Vescovo Pietro Galletti. La peste cessò e in ricordo di questo prodigio fu eretta nell’attuale Piazza dei Martiri, una colonna romana sormontata da un’effigie di Sant’Agata che schiaccia un drago, simbolo della peste”.
Successivamente dopo la proclamazione del Vangelo tratto da Matteo (8,1-4) è stato letto un brano tratto dagli atti del martirio della Vergine e Martire Agata, il cui testo viene riportato di seguito:
“… dopo un anno, circa il giorno del natale di lei, il monte Etna eruttò un grande incendio, e come un fiume ardente così il fuoco impetuoso, liquefacendo e pietre e terra, veniva alla città di Catania. Allora una moltitudine di abitanti dei villaggi, fuggendo scese dal monte, e vennero al sepolcro di lei, e preso il Velo, onde era coperto il suo sepolcro, lo opposero contro il fuoco che veniva verso di loro: e nello stesso momento ristette il fuoco per virtù divina.
Il fuoco era cominciato il primo di febbraio e cessò il giorno 5 dello stesso mese, che è il giorno della sepoltura di lei: affinché il Signore Nostro Gesù Cristo comprovasse che dal periodo della morte e dal fuoco li aveva liberati per i meriti e le preghiere di S. Agata: a Lui perciò onore e gloria e potestà nei secoli dei secoli. Così sia”
Dopo una preghiera litanica il Vescovo ha concluso con l’invocazione alla Santa Patrona.
“O amata nostra Sant’Agata, tu che hai sperimentato l’assistenza del Signore durante le sofferenze del martirio, ottienici abbondanza di fede e di speranza per poter pregare in questi. giorni Gesù Buon Pastore con le parole del Salmo:
«Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me» (23,4).
Ti invochiamo per le nostre famiglie, le persone anziane, i bambini e i giovani della nostra Città e del territorio chetante volte hanno sperimentato chetante volte hanno sperimentato il tuo potente patrocinio. Aiutaci a stare vicini, anche con i mezzi di comunicazione, a tutti e particolarmente alle persone che soffrono per la solitudine o che si sentono abbandonate. Assisti coloro che coraggiosamente e generosamente stanno accanto alle persone colpite dal virus svolgendo l’attività di medici, infermieri, operatori sanitari.
Rendi perseveranti i volontari che li collaborano e fiduciosi i ricercatori di adeguate soluzioni mediche. Rendi prezioso il loro servizio anche con la cessazione del nefasto contagio e la completa guarigione delle persone già colpite.
Veglia, o nostra Sant’Agata, sulle persone che sono impegnate a svolgere attività necessarie anche in questo tempo e conforta quelle che attualmente si trovano nelle carceri. Ottieni saggezza e lungimiranza per coloro che ci governano con la responsabilità di decisioni per tutta la comunità civile e per coloro che hanno particolari compiti per la promozione del bene comune e per la tutela dell’ordine pubblico, come pure per la salvaguardia del lavoro e delle varie attività economiche. Fa’ che tutti noi ci mostriamo cittadini premurosi e attenti osservando anzitutto le indicazioni e le prescrizioni che ci vengono date dalle competenti Autorità. E certamente ci ascolterai, o Santa nostra Patrona, anche nella preghiera che facciamo per il nostro Papa Francesco, il nostro Vescovo Salvatore, i nostri cari sacerdoti, i diaconi, gli operatori pastorali e le persone consacrate, soprattutto coloro che svolgono il ministero negli ospedali, affinché trasmettano a tutti consolazione, fiducia e coraggio.
Amen.”