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“Un miracolo chiamato Serie B”: Graziano Fontana ricostruisce le imprese dell’Acireale anni ’90

Ogni giorno dell’anno nel mondo dello sport è sinonimo di ricorrenza, nello specifico questa settimana si è celebrato il trentennale dell’impresa dell’Associazione Sportiva Acireale 1946 che nel giro di pochi anni arrivo dall’Interregionale alla Serie B, il tutto raccontato da un documentario di Graziano Fontana denominato “Un miracolo chiamato Serie B” che con tecnica ed abilità “quasi come fosse un aedo” ha ricostruito le vicende sportive dell’epoca convocando pure i protagonisti di queste storie.

Il documentario

Il documentario è stato realizzato con il supporto della Pro Loco di Acireale e dell’Ars e racconta quelle imprese che nacquero ben molto prima del loro apice nel 1994 con “due muse ispiratrici” quali Giuseppe Aleppo (noto ai più come deputato regionale della Democrazia Cristiana) e Rino Nicolosi (noto per essere stato presidente della Regione Siciliana e deputato nazionale con lo stesso partito) con il presidente Enrico Barbagallo e Antonio Rapisarda, che costruirono con la loro competenza una squadra formidabile che lottò con squadre di grandi capoluoghi come Palermo, Catania, Salerno (Salernitana), Messina, altre ancora, ma soprattutto Perugia, che fu “il rivale per eccellenza” di quelle annate; presenti quasi tutti i calciatori che hanno fatto parte del sogno e l’allenatore Giuseppe Papadopulo, fra i più vincenti della storia del calcio siciliano grazie alle sue vittorie arrivato fino ai palcoscenici della Serie A, mentre il moderatore è stato il noto giornalista nazionale acese Gaetano Rizzo, presidente regionale dell’Ussi, che ai tempi fece parte dello staff societario e che fu a detta dei più “una figura decisiva di quei successi“, con la presenza di figure istituzionali acesi come il sindaco Roberto Barbagallo (che ha raccontato la sua memoria di quegli eventi), l’assessore comunale Vincenzo Di Mauro ed altre importanti figure della società civile acese a parte che moltissimi simpatizzanti granata che vissero quei momenti ed anche molti giovani, che pur non essendo nati allora, hanno sempre vissuto nel mito di quella squadra.

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