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Giornata mondiale del Rifugiato: le iniziative della Comunità di Sant’Egidio sul tema

Ogni anno il 20 giugno si celebra la Giornata mondiale del Rifugiato e grazie a numerose iniziative previste, viene sensibilizzato il tema, è anche il caso di Sant’Egidio che il 22 giugno sta organizzando un incontro sul tema presso la Chiesa di Santa Chiara in via Giuseppe Garibaldi.

L’intervento del direttore dell’Ufficio pastorale per i migranti Carlo Palazzolo

La conferenza stampa di presentazione

Ad affrontare il tema ed introdurre l’iniziativa il referente della Comunità di Sant’Egidio Emiliano Abramo, seguito dal direttore dell’Ufficio pastorale per i migranti Carlo Palazzolo e il presidente della Comunità islamica di Sicilia Kheit Abdelhafid con la testimonianza di un rifugiato sierraleonese Mohamed Kabba. Essi hanno introdotto il tema della giornata, spiegando che nel corso degli anni per quanto ci si sia sforzati e impegnati a migliorare la problematica delle migrazioni, che comunque stando ai dati pervenuti si registrano più di 800 decessi di persone che tentano di raggiungere il vecchio continente sia dal mare che via terra da gennaio di quest’anno corrente, tra l’altro solo sul Mar Mediterraneo si parla di circa 66.000 vittime dal 1990 ad oggi.

La conferenza stampa si è conclusa dando appuntamento ivi il 22 giugno alle 19:30 per riaffrontare il tema in questione.

L’intervento del presidente della Comunità islamica di Sicilia Kheit Abdelhafid

La posizione di Emiliano Abramo sull’autonomia differenziata

Altro argomento dibattuto anche se non nella stesa sede da parte del referente della Comunità di Sant’Egidio è stato il discorso inerente al nuovo provvedimento governativo dell’autonomia differenziata:

L’autonomia differenziata, dal mio punto di vista, non solo calpesta i principi di sussidiarietà e solidarietà tra regioni che la Costituzione pone alla base dell’unità stessa del nostro paese, ma ancora peggio è una azione furtiva che ruba il futuro agli italiani, soprattutto ai giovani italiani, che vivono nelle regioni più deboli.
Mi colpisce molto il silenzio dei ministri e parlamentari siciliani e meridionali che sostengono il Governo.
Sarei ad esempio curioso di conoscere il pensiero dei ministri siciliani Musumeci e Urso, così come dei parlamentari nazionali e regionali oltre che dei sindaci siciliani che hanno visto la propria parte politica approvare la legge.
Ha sentito però il bisogno di intervenire il presidente della Regione Renato Schifani che, dopo aver polemizzato con il compagno di partito Occhiuto…Ricordo al presidente Schifani che proprio il suo governo regionale non fa più leggi da tempo e che l’ultima finanziaria è un lungo elenco di finanziamenti a sagre e feste patronali spesso legate alla provenienza territoriale dei deputati siciliani che hanno espresso il voto. Nulla è stato inserito ad esempio sulla dispersione scolastica, vera condanna dei giovani siciliani e vergogna di una regione che tristemente detiene il record europeo con il 28% dei minori che hanno abbandonato gli studi.
Ricordo inoltre che gli stessi parlamentari regionali troppo spesso si assentano dal parlamento al punto da costringere il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno ad individuare delle sanzioni e punire il prolungato assenteismo che ha già determinato lunghi periodi di immobilismo in Assemblea.
Per non parlare del fatto che il governo regionale è attualmente privo dell’assessore all’agricoltura nonché vicepresidente della Regione in quanto colpito cautelarmente da un provvedimento della magistratura.
La domanda allora è: su quali basi il presidente Schifani vuole convincerci che la Sicilia è competitiva? E seppur fosse come pensa che tale sistema non creerà squilibri alla crescita del Paese? Sono già intervenuti i costituzionalisti, Confindustria, i sindacati, i vescovi italiani e persino la Santa Sede con il Segretario di Stato Parolin. Le riforme si fanno innanzitutto con il dialogo che vuole dire anche ascolto.
In attesa di ascoltare ministri e parlamentari che hanno voluto questa legge con rispetto sollevo forti perplessità sulle dichiarazioni di Schifani, sul futuro della Sicilia e l’uniformità della crescita del paese
“.

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