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Tartaruga salvata in mare, l’azione di una 18enne:”Molto toccante”

Il senso civico e di rispetto nei confronti degli animali non domestici negli ultimi anni è cresciuto molto, ultima testimonianza quella della diciottenne gravinese Bianca Cannavò che ha salvato nei pressi della locale costa ionica una tartaruga marina che aveva un amo in gola.

Il racconto di Bianca Cannavò

Domanda: Complimenti per il tuo gesto. Nel video possiamo vedere che hai consegnato a nuoto, con estrema delicatezza, alla Capitaneria di Porto, “scortata” da tuo fratello Luca e tua madre Serena, la piccola tartaruga, strappando un applauso spontaneo da tutta la spiaggia che osservava. Puoi raccontarci come sono andati i fatti?

Risposta:Stavo facendo un giro con il Sup non molto lontano da riva e dopo poche remate mi accorgo che l’acqua è sporchissima: liquami, muschi e soprattutto frammenti più o meno grandi di plastica galleggiante ovunque. Mi colpisce soprattutto una macchia marrone galleggiante e mi avvicino per vedere cosa fosse meglio. Puoi immaginare la mia sorpresa quando scopro che la macchia, che credevo un tronco o addirittura un accumulo di scarichi fognari era addirittura una tartaruga! Ero quasi sicura che fosse morta perché era completamente letargica e circondata da buste di plastica. Infatti ero incerta se avvicinarmi a toccarla per paura di toccare un cadavere; è bastato un piccolo movimento di una pinna a farmi capire che invece era viva e vegeta e aveva bisogno di aiuto! Mi sono immersa nell’acqua sporca e l’ho recuperata e sistemata sul Sup e l’ho portata a riva per chiamare i soccorsi. Il suo problema più visibile era un lungo filo di plastica che aveva ingoiato e che sono riuscita a tirar via in parte, ma non ho voluto insistere troppo per paura che ci fosse un amoA chiamare la Capitaneria di Porto è stata una signora tra la folla che si era radunata, dato che io avevo le mani impegnate a tenere la tartaruga e a rispondere alle domande delle persone, molto curiose ed alcune proprio euforiche di poter vedere da vicino un animale come questo.Questo avvenimento ha portato una gran folla ad avvicinarsi. Come puoi immaginare ci sono state voci di tutti i tipi, tutti volevano essere partecipi: chi diceva di mettere la tartaruga in acqua o per terra, chi voleva aprirle la bocca per controllare la lenza, chi portava in braccio bambini a guardare o provare a toccarle il carapace. Molte persone sono state di grande aiuto, come la signora che ha chiamato i soccorsi o un altro che ha tagliato gran parte della lenza che pendeva dalla bocca della tartaruga e le si impigliava spesso tra le pinne. In alcuni casi però mi è sembrato che la curiosità venisse messa prima del rispetto dell’animale: la gente si accalcava da tutte le parti, faceva foto e come dicevo portava i bambini ad accarezzare l’animale non curandosi delle sue sofferenze. Sicuramente c’è ancora molto lavoro di sensibilizzazione da portare avanti in questo senso. Credo che l’esperienza abbia sensibilizzato molti sui pericoli che questi animali affrontano per colpa degli scarichi umani e della pesca irresponsabile: sono questioni che si sentono in televisione e nei giornali ma si capiscono molto di più se vissute in prima persona. L’arrivo della Capitaneria di Porto è stato un momento molto toccante: tutti hanno acclamato la messa in salvo della tartarughina e c’è stato addirittura chi si è commosso. Le auguriamo il meglio e speriamo che questo genere di eventi grazie anche all’impegno delle associazioni ecologiste come Cleanup Sicily possa ridursi sempre più col tempo!“.

Il parere di Cleanup Sicily

La giovanissima Bianca Cannavò ha ricevuto i complimenti via pagine social del gruppo (di cui ella stessa è collaboratrice) Cleanup Sicily che si è espresso così:

Cos’altro aggiungere se non che ci auguriamo che quante più persone possano prendersi cura di animali indifesi come ha fatto Bianca, al di là dell’età. Ed anche che diminuisca l’uso della plastica per responsabilità di ogni consumatore, cresca l’attenzione a non gettare cotton fioc nel water e cicche in spiaggia che potranno soffocare animali marini ed infine che i pescatori evitino assolutamente di abbandonare reti o come in questo caso lenza e ami, uccidendo esseri innocenti. In questo caso, grazie alla nostra amica, la storia ha avuto esito positivo“.

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