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I terreni presenti nel quartiere di Cibali a Catania tra via Sabato Martelli Castaldi, via Damiano Chiesa e via generale Cantore stanno tenendo banco, motivo per cui Arci Catania così come altre realtà categoriali hanno espresso la loro posizione, sulla stessa lunghezza d’onda di: Comitato Popolare Antico Corso, I Siciliani giovani, Sinistra Italiana, Movimento Cinque Stelle, Europa Verde, Sunia, Circolo Gabriele Centineo Prc, Cleanup Sicily, Asia Usb, Catania più attiva, Pcl, Pci.
La posizione di Arci Catania
“A Catania nel quartiere di Cibali, tra via Sabato Martelli Castaldi, via Damiano Chiesa e via Generale Cantore c’è un enorme zona verde, grande 159mila metri quadrati. Un polmone verde incontaminato. Una zona che in tante e tanti, negli ultimi decenni, siamo riuscite a salvare dalla cementificazione e dalla speculazione. L’area è privata, di proprietà della Banca d’Italia, a seguito del fallimento di Sicilcassa e dello stop all’operazione speculativa dei cavalieri dell’apocalisse mafiosa…Si è passati da un prezzo di vendita di 47 milioni a 4,9 milioni di euro. Esplicitamente si tratta di un assist di Bankitalia agli enti pubblici perché possano acquisire le aree e preservarle. L’assessore all’urbanistica e vicesindaco di Catania, Paolo La Greca, ha tuttavia rilasciato dichiarazioni nelle quali, inspiegabilmente, afferma di voler favorire la vendita di quei terreni ai privati e di voler utilizzare lo strumento del piano urbanistico per facilitare la loro cementificazione. L’assessore dichiara che quell’area verde non può diventare un parco, perché sarebbe poco sicura e poco adatta a quel quartiere. Noi a Cibali vogliamo un parco. Lo merita la città e lo meritano le abitanti del quartiere, le bambine, le famiglie. Noi non vogliamo più cemento. La città si sta rimpicciolendo, esistono centinaia di migliaia di vani vuoti e centinaia di zone cementificate abbandonate. Consumare suolo incontaminato per costruire è insensato. Noi a Cibali vogliamo un parco. Per salvaguardare le antiche cave di zolfo, patrimonio culturale e archeologico della città, per salvare gli antichi orti e terrazzamenti, per consegnare al quartiere uno dei più grandi parchi della città e migliorare così la vita degli abitanti. Non è un problema di soldi. Esistono centinaia di immobili comunali abbandonati e già in vendita da anni da cedere a Bankitalia in cambio del parco di Cibali. Basterebbe accordarsi con Bankitalia con una transizione perequativa per salvare la zona verde di Cibali, assicurare per il futuro la realizzazione di un parco e non spendere nemmeno un euro di denaro pubblico“.
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