
Notizia tragica riguardante il porto di Catania: muore un marinaio campano 52enne durante le fasi di carico mentre era a bordo della nave in cui egli si trovava per lavorare e che stava per salpare in direzione Salerno.
Il contesto della vicenda
Sul posto i militari della Guardia Costiera, agenti della Polizia di frontiera e i sanitari del 118; in merito a ciò è stata aperta un’inchiesta e disposto il sequestro dell’area interessata al fine di svolgere correttamente le indagini. La nave in questione è stata bloccata al porto.
Le reazioni della società civile
I dirigenti sindacali Ugl con in primis Uccio Lauricella e in secundis Giovanni Musumeci esprimono la loro posizione sull’accaduto:
“Esprimiamo la nostra profonda vicinanza alla famiglia del marinaio napoletano deceduto in un incidente al porto di Catania. Questa ennesima tragedia ci ricorda, ancora una volta, quanto sia urgente mobilitarsi per fermare la strage silenziosa che ogni giorno colpisce i lavoratori in Italia“.
“Gli incidenti mortali sul posto di lavoro rappresentano una sconfitta per tutta la comunità. Non possiamo accettare il ripetersi di queste tragedie. È fondamentale investire sulla sicurezza del lavoro e sulla formazione continua del lavoratore e che si adottino misure rigide di prevenzione e si intensificano i controlli e le ispezioni per garantire il rispetto delle normative sulla sicurezza“.
Qui invece le dichiarazioni della sigla Cisal provinciale:
“Ribadiamo come Cisal provinciale che siamo vicini alla famiglia del marinaio deceduto e auspichiamo che queste tragedie sul lavoro avvengano sempre meno in futuro, affinché i lavoratori possano operare con totale sicurezza, senza poter avere il rischio di “non poter tornare a casa”, quindi non ci resta che unirci al cordoglio per questo triste accadimento“.
Qua invece la posizione del movimento provinciale di Noi Moderati:
“Esprimiamo grande dispiacere e la nostra profonda vicinanza alla famiglia del marinaio deceduto nell’ incidente avvenuto al porto di Catania la notte scorsa. Ennesima tragedia che si consuma sui luoghi di lavoro nel nostro paese che rappresenta una sconfitta per tutta la comunità. Seguendo i ripetuti appelli del presidente della Repubblica riteniamo sia ormai improcastinabile investire sulla sicurezza e sulla formazione continua del lavoratore e che si adottino misure rigide di prevenzione e si intensificano i controlli“.
Queste le dichiarazioni di Federazione del Sociale – Asia Usb Catania:
“Il sangue versato al porto di Catania dall’operaio Vincenzo Giova, padre di quattro figli, porta a 167 il numero delle lavoratrici e dei lavoratori che hanno perso la vita sul posto di lavoro o nel raggiungere il luogo di lavoro dall’inizio dell’anno a lunedì. Purtroppo, la lista è destinata ad essere aggiornata e le morti di lavoro fanno notizia, per il tempo che basta per il clamore mediatico e per le passarelle istituzionali, solo quando sono delle stragi. Si continua a parlare e a scrivere di “incidenti sul lavoro”. Ma questa è una guerra, la guerra del lavoro dove le vittime che versono mortalmente il proprio sangue sono sempre “le stesse e gli stessi“.
FOTO DI REPERTORIO
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