Questione Gaza, il parere del docente firmatario Pioletti:”2 popoli,2 stati”
Il 7 ottobre 2023 è scoppiata la Guerra di Gaza, conflitto tra lo Stato di Israele e Hamas e tutt’oggi tiene banco nell’opinione pubblica di tutto il mondo, creando anche in Occidente parziale dissenso sulle operazioni militari in essa: ad esempio la scorsa settimana il Senato accademico catanese ha approvato una mozione su Gaza; in più addirittura ben 49 docenti accademici hanno firmato un appello presentato al Magnifico Rettore e al Senato accademico, riguardo il fatto di prendere posizioni sulla vicenda; uno di questi 49 è stato il docente emerito Antonio Pioletti, che ha spiegato alcune delle motivazioni che lo hanno spinto a firmare.
I quattro punti programmatici del documento
Il documento è andato a specificare i quattro punti programmatici chiesti:
“Per questi motivi chiediamo al Rettore e al Senato accademico di rivedere la mozione e riprendere
su basi diverse il dialogo e il confronto con le studentesse e gli studenti in mobilitazione,
coinvolgendoli in un reale processo decisionale, riconsiderando i seguenti punti:
Integrare con una delegazione degli/elle studenti/esse per la Palestina la Commissione che dovrebbe valutare “attentamente il rispetto del nostro codice etico e del nostro Statuto nella ricerca e nei rapporti interistituzionali” al fine di “escludere da ogni accordo negoziale attività che fanno riferimento a tecniche direttamente o indirettamente connesse ad attività di tipo bellico e o ad alto impatto ambientale”, riguardanti cioè anche lo sviluppo di tecnologie dual use per scopi militari.
Sospendere, nelle more dei lavori della Commissione, gli accordi con quelle aziende come la Leonardo spa che producono dichiaratamente tecnologie belliche.
Interrompere gli accordi e le relazioni formali con università israeliane, come quello in vigore con l’Università di Tel Aviv, o quantomeno impegnarsi a non stipularne di nuovi sino alla fine della crisi in atto.
Dichiarare esplicitamente che mai si stringeranno accordi con università e aziende israeliane con sede in territori palestinesi occupati illegalmente“.
Il pensiero di Antonio Pioletti
Domanda: Lei e altri 48 docenti appartenenti all’ateneo catanese avete firmato un appello per una possibile interruzione di rapporti con atenei israeliani, cosa l’ha spinta a firmare?
Risposta: “Perché innanzitutto mi reputo un cittadino che ripudia la guerra in generale, che sia in Medio Oriente o in altre parti del mondo, infatti noi firmatari condanniamo l’azione di Hamas del 7 ottobre 2023, ma ciò non giustifica un alto numero di vittime successivo“.
D: Durante il Primo Dopoguerra in buona parte dell’Europa si contestavano i semiti o coloro che ne avessero origini e spesso all’epoca il mondo della cultura intervenne “per manifestare il proprio disappunto”, oggi potrebbe essere considerata a suo parere una situazione opposta?
R: “La situazione di quel periodo storico fu totalmente diversa: ai tempi in Germania, Italia ed altri paesi ci fu l’antisemitismo, sfociato poi nell’Olocausto, diversamente oggi si parla di un continuum del sionismo, ideologia politica nata da Theodor Herzl per l’autodeterminazione ebraica in uno stato ebraico, movimento che potrebbe essere tranquillamente legittimo, anche se bisogna ricordare che le Nazioni Unite nel 1975 equipararono il sionismo al razzismo, per poi ritirare questa tesi nel 1991; in fondo noi siamo per la coesistenza delle varie culture, quindi dei due popoli, due stati“.
D: Cosa si auspica per il futuro di questa situazione?
R: “Semplicemente ciò che si sono auspicati anche svariate organizzazioni internazionali: ne è esempio la Corte internazionale di giustizia che lo scorso 20 maggio ha ipotizzato l’esistenza di crimini di guerra e quindi mi auspico che si cerchi un dialogo efficace per giungere ad una pace duratura“.
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