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“Illuminare un monumento”:Motta scende in campo contro la Sindrome di Phelan McDermid

Celebrata a Motta Sant’Anastasia la Giornata mondiale della Sindrome di Phelan McDermid aderendo all’iniziativa dell’associazione AisphemIlluminare un momento“, illuminando di verde il simbolo per antonomasia del centro abitato, nonché il Castello normanno.

Il Castello normanno di Motta Sant’Anastasia (foto di repertorio)

La testimonianza di Giulia Distefano

Sono passati sette anni dal giorno in cui mi hanno comunicato che mio figlio è affetto da questa rara e
sconosciuta sindrome. La Sindrome di Phelan McDermid è una condizione genetica rara causata da una delezione del cromosoma 22, specificamente nella regione 22q13. Questa sindrome è associata a una serie di sintomi e caratteristiche, tra cui: ritardo nello sviluppo, i bambini con questa sindrome spesso presentano ritardi significativi nelle tappe dello sviluppo, in particolare nel linguaggio e nelle abilità motorie; autismo, molti soggetti mostrano tratti autistici o disturbi dello spettro autistico; problemi cognitivi variabili che possono includere difficoltà nell’apprendimento; caratteristiche fisiche, alcuni bambini possono presentare particolari tratti facciali o anomalie fisiche, come orecchie prominenti, occhi a mandorla o anomalie nei piedi; problemi di salute associati come disturbi gastrointestinali e difficoltà nel sonno. Voglio ringraziare con tutto il cuore il comune di Motta Sant’Anastasia per aver accolto la richiesta di Aisphem di ‘Illuminare un monumento’. Un gesto di solidarietà che può dare rilievo all’iniziativa e far sì che ogni anno sempre più persone ascoltino le voci di queste famiglie per farle sentire meno ‘rare’. Grazie a chiunque vorrà sostenere la ricerca rivolgendosi all’Associazione Italiana Sindrome di Phelan McDermid
”.

Il sindaco di Motta Sant’Anastasia (foto di repertorio)

Le dichiarazioni del sindaco di Motta Sant’Anastasia Antonio Bellia

L’amministrazione comunale tutta è felice di aver accolto questa iniziativa e di aver contribuito quindi a diffondere un messaggio di sensibilizzazione e di informazione, certi che la ricerca possa rispondere e migliorare la vita di chi convive con sindromi rare come quella di Phelan McDermid”.

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