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San Sebastiano, storia di un grande culto

In Italia, in Europa e nel mondo le Festività cristiane legate ai santi sono moltissime, una delle più sentite sarà nella giornata di domani 20 gennaio: si tratta di San Sebastiano, uno dei martiri della Chiesa cattolica e ortodossa più conosciuti.

Un particolare del simulacro acese di San Sebastiano (foto di Arturo Grasso)

Le notizie storiche e o agiografiche

Le fonti principali su Sebastiano sono la tardoantica “Passio Sancti Sebastiani” di Arnobio il Giovane, la “Legenda Aurea” di Jacopo di Varazze (epoca medievale) o il “Deposito martyrum” che sarebbe il primo calendario cristiano dei santi pervenuto datato 354.

Nativo di Narbona in Gallia nel 256, si trasferisce in Italia a Milano prima e Roma poi, divenendo in quest’ultima alto ufficiale dell’esercito e tribuno corte pretoria (sotto Diocleziano), ma possedendo la fede cristiana supportò e diffuse la causa cristiana negli ambienti circostanti a lui: episodio chiave nel 288 l’arresto dei figli di Tranquillino Marco e Marcelliano che grazie proprio ad un’opera di convincimento da parte del Santo decisero di non ritrattare la propria fede e mentre avvenne il tutto arrivò una luce miracolosa che folgorò i presenti, su tutti la moglie del capo della cancelleria imperiale Zoe che tornò dopo anni a parlare; questo prodigiò convertì svariate persone come Zoe con il marito Nicostrato, Tranquillino, Agrezio Cromazio stesso con il figlio Tiburzio, altri ancora. Cromazio si ritirò dalla scena pubblica e si rifugiò con altri cristiani in Campania, mentre la maggior parte di loro finì condannata a morte.

Una volta scoperta pubblicamente la fede di Sebastiano, furono presi provvedimenti anche contro di lui: fu svestito, legato ad un palo e trafitto da moltissime frecce, ma fu salvato da Irene di Roma che invece di seppellirlo lo curò al Palatino; egli una volta guarito continuò la sua missione di fede finché affrontò nuovamente pubblicamente Diocleziano e Massimiano (che si trovarono nel tempio eretto dall’imperatore Eliogabalo dedicato a Ercole), motivo per cui l’imperatore senza esitare lo ricondanna a morte, stavolta facendolo flagellare a morte presso l’ippodromo del Palatino, gettando il corpo nella Cloaca Maxima (la nota rete fognaria della Roma antica), che lo fece arrivare nelle acque del Tevere impigliandosi nei pressi della chiesa di San Giorgio al Velabro, dove fu raccolto da Lucina che lo seppellì nelle catacombe vicino alla via Appia.

Due donne della Polizia Locale celebrano il Patrono del loro corpo cioè San Sebastiano (foto di Arturo Grasso)

Il culto di Sebastiano in Sicilia e nel mondo

Sebastiano è patrono di moltissime città e categorie, Polizia Locale su tutti, la protezione contro la peste, mentre è venerato in tutte le parti del mondo, in particolare nella penisola e in Sicilia (in primis nella provincia aretusea), solo nella provincia etnea ad Acireale (una delle Feste più note in assoluto), Maniace, ed anche considerato anche se non il principale su Giarre e San Giovanni La Punta.

L’influsso culturale

Sebastiano fu oggetto anche di molte opere d’arte soprattutto in epoca rinascimentale diventando oggetto di pittori storici, come Raffaello Sanzio, Sandro Botticelli, Andrea Mantegna, Pietro Perugino, il locale Antonello da Messina, nel XVIII secolo anche Paolo Vasta, proprio nella Basilica acese; egli è anche protagonista di molti detti e aforismi.

FOTO IN EVIDENZA DI ARTURO GRASSO

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