
Dimesso paziente 59enne dopo 57 giorni di ricovero nell’Uoc di Terapia intensiva dell’ospedale “Santa Marta e Santa Venera” di Acireale di Giuseppe Rapisarda: egli era stato ricoverato a causa di un’intossicazione alimentare da tossina botulinica, che aveva causato una sindrome paralizzante, sulla muscolatura respiratoria e il sistema nervoso. Il paziente è stato trasferito presso un centro riabilitativo specializzato, che frequenterà per un periodo che può andare dagli otto ai dodici mesi; notizia fondamentale sulla vicenda è il blocco della commercializzazione dell’alimento responsabile dell’intossicazione.
Le dichiarazioni dei dirigenti e dei medici
Queste le dichiarazioni del direttore generale Asp Catania Giuseppe Laganga Senzio:
“Siamo orgogliosi dei progressi compiuti dal paziente e continueremo a seguirlo nel suo percorso di recupero. Vogliamo ringraziare gli operatori per il lavoro svolto. Questo risultato conferma l’alto livello assistenziale garantito dalla struttura, che ha messo in campo tutte le risorse necessarie, umane, professionali e tecnologiche, per il trattamento e la cura del paziente. Salvaguardata anche la salute pubblica grazie alle indagini epidemiologiche condotte e ai provvedimenti assunti“.
Qui le dichiarazioni del direttore sanitario Giuseppe Angelo Reina:
“L’intossicazione da tossina botulinica è una patologia complessa e pericolosa, ma grazie alla pronta diagnosi, alle cure tempestive fornite dalla nostra equipe e alla continuità assistenziale garantita
nel tempo, il paziente ha avuto la possibilità di riprendersi. Questo è segno della grande capacità di gestione delle situazioni più critiche, e di un’organizzazione dei servizi che, attraverso l’uso di tecnologie avanzate e un approccio integrato, consente di affrontare in modo efficace anche casi complessi come questo“.
Qui quelle del direttore dell’Uoc di Terapia intensiva del “Santa Marta e Santa Venera” Giuseppe Rapisarda:
“Siamo felici di vedere il miglioramento del nostro paziente dopo settimane di cura
intensiva. Questo risultato è frutto dell’impegno costante e delle competenze del nostro team sanitario, che ringrazio, che ha lavorato senza sosta per garantire un trattamento adeguato e personalizzato. Il trasferimento verso un centro riabilitativo è un passo fondamentale nel suo recupero“.
Qui invece quelle del direttore del Dipartimento di Prevenzione Antonio Leonardi:
“Grazie a tale attività è stata individuata e bloccata, in tutto il territorio nazionale, la commercializzazione della conserva vegetale responsabile dell’intossicazione, prevenendo così il manifestarsi di eventuali altri casi di intossicazione da ricondurre all’alimento incriminato, che ha
comportato oltre al ricovero del paziente, anche il ricovero presso altra Azienda ospedaliera di due congiunti del soggetto, fortunatamente per un breve periodo di tempo e senza conseguenze“.
Sul caso è interventuta anche la direttrice del Sian (Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione) Elena Alonzo:
“È il caso di ricordare a tutti i consumatori che non vanno mai consumate conserve vegetali o animali le cui confezioni si presentino rigonfie e all’apertura delle quali si noti la presenza di gas o con alterazioni organolettiche. Inoltre qualora si preparino conserve casalinghe va sempre posta grande attenzione al puntuale rispetto di tutte le procedure igienico sanitarie, come riportato nelle linee guida per la corretta preparazione delle conserve alimentari in ambito domestico, realizzate dal Centro nazionale di riferimento per il botulismo presso l’Istituto Superiore di Sanità del Ministero della Salute, consultabili sia sul sito dell’Asp di Catania, che sul sito del Ministero della Salute“.
Un commento