Festa del papà:origini e significati di una tradizione
Il 19 marzo nonostante non sia un “giorno rosso” del calendario, in Italia così come in buona parte del mondo, è considerata una ricorrenza importante in quanto si celebra la festa del papà (o festa del babbo).
Le origini e i significati della ricorrenza
Questa festa ha chiaramente come obiettivo primario la celebrazione della figura maschile e o paterna nella sua accezione migliore, motivo per cui viene accostata la figura di Giuseppe, padre di Gesù Cristo, marito e padre esemplare, motivo per cui è il protettore di orfani, nubili e sfortunati (tradizionali sono i pranzi offerti ai poveri in questa giornata): naturalmente ogni nazione ha la sua originalità nel viverla, ma il significato di fondo resta sempre lo stesso.
L’origine probabilmente è data nel periodo tardo antico in Egitto, ma per vedere qualcosa di più simile all’odierno, bisogna andare al IX secolo quando non soltanto si collocò la festività di San Giuseppe, ma anche la data del 19 marzo, giornata nata probabilmente per una libera associazione con il martire Giuseppe (o Giosippo) di Antiochia che veniva già celebrato quel giorno, oppure la coincidenza con le Quinquatrie, feste pagane in onore della dea Minerva.
La prima festa riconosciuta ufficialmente avvenne nel 1030, per poi essere promossa dal papa Sisto IV nel XV secolo (fu anche il papa da cui prese nome la Cappella Sistina); nel Belpaese il 19 marzo era anche una festività rossa sul calendario fino al 1976 ed abolito con una legge l’anno successivo.
Famosi per San Giuseppe sono prima di tutto le tradizioni culinarie, in particolare quelle dolciarie, probabilmente dovuta alla tradizione che narra un San Giuseppe scappato con Maria e Gesù in Egitto, che si trovò a cucinare e vendere dei dolci: essi sono principalmente a base di crema e o marmellata, come potrebbe essere la pasta choux, i bignè, piuttosto che la zeppola, piuttosto che molti altri ancora sia nella penisola che altrove.