DOVE NASCE LA FIGURA DEL NEGAZIONISTA?
Con il termine negazionismo, dice l’enciclopedia Treccani “si indica una corrente antistorica e antiscientifica del revisionismo, la quale, attraverso l’uso di uno scetticismo storiografico portato all’estremo, non si limita a reinterpretare determinati fenomeni della storia contemporanea (nello specifico alcuni avvenimenti connessi al fascismo e al nazismo come l’istituzione di campi di sterminio nella Germania nazista), ma si spinge fino a negarne l’esistenza. Addirittura, capita spesso che i negazionisti non accettino questa “etichetta” e accusano la stessa storiografia che egli stessi negano. Chi nega l’esistenza dell’Olocausto, ad esempio, ama definirsi con il termine “revisionista”.
Secondo Freud, il fenomeno della cosiddetta negazione si manifesta in noi quando c’è qualche aspetto della realtà che non tolleriamo, che troviamo insopportabile, insoddisfacente, e siccome sopportare tutto questo ci causerebbe un’immensa sofferenza, allora mettiamo in atto questo meccanismo difensivo che ci permette di negarla.
Da un anno a questa parte, la minaccia di tutti noi è stato il Covid, di fronte a lui abbiamo temuto la nostra salute e quella dei nostri cari. Esso è una minaccia reale di morte, pertanto di limitazione fisica. Ed è proprio qui che nella psiche umana scatta il meccanismo difensivo, che è quello di negare, negare la realtà. Questo perché ci fa sentire sicuri, al riparo dalle paure più profonde, più dolorose. Ci permette di far rimanere intatta la realtà e quindi la nostra struttura psichica.
Si può parlare di negazionismo anche in arte. René Magritte è stato uno dei migliori a rappresentare la negazione con il suo dipinto de “L’inganno delle immagini”, conosciuto anche come “Ceci n’est pas une pipe”.
“La realtà non è quella che è” affermò una volta il celebre pittore. Dopo quest’affermazione si sono spalancate per l’arte le porte per un nuovo universo. Ma quello che Magritte intendeva dire veramente era che la rappresentazione non è la realtà. Mentre oggi, invece, abbiamo direttamente eliminato la negazione per correre dritti verso il negazionismo, il quale è sempre più presente nella pubblica conversazione.
È il trionfo del negazionismo. La linea generale è negare la realtà oltre ogni evidenza. È un fenomeno che oramai si estende ben oltre l’Olocausto o il cambiamento climatico. Il negazionismo è di moda.
Ma i negazionisti perché sono negazionisti? Perché lo fanno? Sono matti loro, hanno ragione, o sono solo ingenui? Perché negano ciò che è accaduto e ciò che accade?
Alcuni possono pensare che i negazionisti di oggi sia soltanto gente che ha l’hobby della negazione, ma ci sono stati anche veri maestri del negazionismo storico che non solo lo sostenevano, ma lo edificavano proprio mentre lo negavano.
Fatto sta che, come già detto, si tratta di un meccanismo di difesa che ci ripara dai traumi ed è naturale per l’uomo che, tanto più è grande l’evento (o trauma) che stiamo vivendo, tanto più ricorrerà al diniego e la negazione, perché è nella società che essi emergono.
Oggi il Covid rappresenta un cambiamento su scala mondiale, generazionale, e per alcuni è un vero e proprio trauma che non si riesce a sopportare.
Quando Freud parlava di negazione, parlava del fatto che alcune cose dolorose possono essere espresse solamente sotto forma di negazione.
“Il pensiero può penetrare nella coscienza a condizione di farsi negare” – S. Freud