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IL MONDO DI INTERNET E I SUOI EMARGINATI SOCIALI

Si parla spesso di tecnologia e digitalizzazione, di come oggi qualsiasi cosa (o quasi) può essere fatta attraverso i computer. Si parla di realtà avanzata, intelligenza artificiale, robot dotati di coscienza, computer parlanti e chi più ne ha più ne metta.

Tuttavia, ciò di cui si parla poco (e niente), è l’altra faccia della medaglia di tutta questa tecnologia, ovvero chi non ne ha accesso. Questa spaccatura, tra chi è digitalizzato e chi non lo è, si ripercuote, ovviamente, nella società, creando il fenomeno del “digital divide” che letteralmente significa “divario digitale”.

Di questo divario digitale se n’è sentito poco parlare, forse perché non era mai stato sotto i nostri occhi come negli ultimi tempi. Da quasi un anno, con l’arrivo del Coronavirus, tutte le nostre abitudini sono state ribaltate e, parallelamente, “spostate” verso il digitale appunto. Dagli acquisti all’intrattenimento, dal nuovo modello di lavoro, lo “smart working”, all’istruzione con la DAD, il nostro mondo è cambiato e il fenomeno del digital divide è esploso.

Già subito dopo due mesi di lockdown, lo scorso maggio 2020, il giornale Open” aveva segnalato che solo a Roma, nella comunità di Sant’Egidio, più del 50% dei bambini non aveva seguito le lezioni online.

Questo fatto purtroppo non riguarda solo la Capitale.

Difatti, dall’inizio della DAD, la ricerca condotta da IPSOS per Save the Children ha stimato dei dati allarmanti: circa 34mila studenti delle scuole superiori rischiano di incrementare l’abbandono scolastico a causa soprattutto di molte assenze. Inoltre, l’impoverimento delle famiglie non aiuta e rende ancora più semplice il fatto di lasciare la scuola e iniziare ad essere preda dello sfruttamento lavorativo. Continuando nella ricerca abbiamo un 7% di compagni di scuola dispersi a partire dal lockdown. Poi c’è chi deve recuperare diverse materie e chi pensa che la didattica a distanza sia un’esperienza negativa per diversi fattori, dalla difficoltà a concentrarsi nel seguire le lezioni, ai vari problemi di connessione internet.

Quasi la metà degli adolescenti ha vissuto l’anno come “anno sprecato”. Costretti a vivere in un mondo solo di incontri online, hanno capito allo stesso tempo l’importanza delle relazioni, quanto siano importanti gli amici e le uscite con loro. L’adolescenza è un periodo di cambiamento, è un periodo delicato per ogni giovane e il tema delle relazioni è fondamentale. La privazione di non aver potuto godere di tale esperienza, anche di tipo sentimentale, si è ripercossa molto su di loro, scatenando un miscuglio di emozioni negative emerse durante la pandemia.

I giovani, studentesse e studenti, si trovano ad affrontare e lottare contro sentimenti di stanchezza, incertezza, ansia, preoccupazione, nervosismo. Non mancano poi l’alienazione, l’apatia e la paura del futuro.

Un mix, come già detto, che ha portato molti ragazzi a protestare per il ritorno alla scuola normale e in sicurezza.

A seguito di questi allarmanti numeri non possiamo che rimettere al centro della discussione, al pari dell’emergenza sanitaria, l’emergenza scolastica.

Dati ottenuti dal sito “Save the Children”.

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