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Questione liste d’attesa sanitarie, l’intervento dei dirigenti del Cimest

Il Cimest ( acronimo di Coordinamento Intersindacale Medicina Specialistica di Territorio) per mezzo del presidente Salvatore Calvaruso e i coordinatori Domenico Garbo e Salvatore Gibiino ha espresso il loro dissenso sulle tempistiche delle liste d’attesa e comunicandoni quali potrebbero essere le conseguenze.

Le dichiarazioni di Salvatore Calvaruso, Domenico Garbo e Salvatore Gibiino

Com’e ampiamente noto ormai i tempi di attesa per l’erogazione delle prestazioni specialistiche pubblico private oltrepassano anche i sei mesi di attesa. Dal prossimo 15 maggio, se questo Governo non metterà in campo tutte le risorse disponibili per risolvere tali criticità, sospenderemo l’erogazione delle prestazioni per esaurimento dei budget mensili…Oltre alla sospensione del servizio informeremo i pazienti dei loro diritti e di come potranno ottenere i giusti rimborsi poiché non ci potremmo più sottrarre a non informare i pazienti stante la divulgazione di queste notizie a mezzo tv e stampa. Non vorremmo che si possa configurare per chicchessia una omissione di informazioni perseguibile legalmente. Inoltre, ad oggi, manca il coinvolgimento delle nostre professionalità nella presa in carico del paziente cronico e nella prevenzione secondaria e terziaria come previsto dal ‘Piano Regionale del Governo delle Liste di Attesa‘, anche questo responsabile di un ulteriore allungamento delle liste di attesa.

Non è concepibile che questa Regione assegni 285 milioni di euro agli specialisti accreditati esterni per erogare il 70% delle prestazioni e 800 milioni di euro vengono sperperati nel pubblico per erogare il restante 30% delle prestazioni (considerato che il Mef assegna alla Regione Sicilia il 13,0% del suo Fsr per erogare le prestazioni specialistiche sul territorio, cifra che ammonta a 1 miliardo e 150 milioni di euro). Non servono risorse aggiuntive ma una migliore allocazione delle esistenti…Quotidianamente noi erogatori privati accreditati subiamo ingiurie e minacce da parte dei pazienti, che talvolta culminano anche con azioni non solo verbali, poiché sono addossate a noi responsabilità che non ci competono. ll tutto amplificato da diversi programmi televisivi che quasi quotidianamente informa i cittadini del loro diritto ad avere rimborsate dalle Asp le prestazioni che non possono essere erogate entro i tempi di attesa“.

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