ASSOCIAZIONIEVENTISTORIA

Memoria delle vittime della mafia, il ricordo di Emanuele Piazza

Il 23 maggio ogni anno viene ricordata l’anniversario della “Strage di Capaci“, avvenuta il 23 maggio 1992 a cavallo tra i territori di Capaci e Isola delle Femmine sull’autostrada A29 PalermoTrapaniMazara del Vallo in cui morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli agenti Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro con ventitre feriti come gli agenti Paolo Capuzza, Gaspare Cervello, Giuseppe Costanza; ma le vittime da ricordare sono molte di più e non lontano da queste vicende sempre morto a Capaci ma circa due anni prima, c’è il caso della vittima di mafia Emanuele Piazza, poliziotto e collaboratore del Sisde scomparso il 16 marzo 1990; anche se sono stati condannati gli esecutori materiali, come ribadito dai Pubblici ministeri Antonio Ingroia e Nino Di Matteorestano ignoti i mandanti“.

Chi è stato Emanuele Piazza

Emanuele Piazza fu un agente palermitano della Polizia di Stato presso la Scuola Allievi guardie Alessandria, successivamente assegnato alla Scuola Tecnica Polizia Roma ed anche in ambito sportivo nella sezione Lotta Fiamme Oro, continuando la carriera nella capitale come scorta del presidente Sandro Pertini e il Criminalpol (Ufficio interprovinciale Lazio Umbria ) della Questura di Roma.

In seguito egli ritornò nella sua città natale dove contribuì a svariate operazioni riguardo arresti, sequestri legati al mondo della criminalità organizzata palermitana.

I familiari lo videro per l’ultima volta il 15 marzo 1990 in occasione del compleanno del padre Giustino ( oggi 92enne ) e presero atto della sua scomparsa soltanto nella serata del 17 marzo 1990, allorquando Emanuele non si presentò ai festeggiamenti del padre con amici e parenti.

Il padre Giustino e il fratello Andrea preoccupati si recarono nella sua abitazione nel quartiere di Sferracavallo e non lo trovarono, motivo per cui ne denunciarono la scomparsa: fu proprio da lì che incominciarono le ricerche della verità sul caso, anche se per molto tempo “non si fece luce sulla vicenda“, fu “soltanto” il 20 maggio 2004 che la Corte di Assise di Palermo condannò “in qualità di esecutori” di Piazza: Salvatore Biondino, Giovanni Battaglia, Antonino Troia, Salvatore BiondoIl corto“, Salvatore BiondoIl lungo“, Simone Scalici e i due collaboratori di giustizia Francesco Onorato e Giovan Battista Ferrante. Il processo penale con la costituzione dei familiari ha visto gli avvocati Giustino e Andrea Piazza rivestire anche il ruolo di codifensori di parte civile e testimoni.

Il lascito della vicenda

La tragica vicenda di Emanuele Piazza non ha fermato l’operato dei familiari: per anni la famiglia attraverso l’Associazione Emanuele Piazza Onlus ha sostenuto le attività sportive e didattiche dei giovani del quartiere San Filippo Neri ( Zona Espansione Nord o più semplicemente Zen ) e da anni il fratello Andrea è impegnato nel portare avanti i valori etici “l’Antimafia Francescana” che come ha specificato “contrapponendosi al “modello industriale” dell’Antimafia, rimanendo contrari alla elargizione pubblica in favore di associazioni e fondazioni che si professano antimafia e per la vendita dei beni immobili confiscati“.
Un altro progetto in attesa di sviluppi è la realizzazione a Palermo dei marciapiedi della memoria in viale Croce Rossa sempre nel capoluogo, con il proposito di farlo diventare anche un luogo identitario e l”utilizzo di materiali siciliani come la pietra lavica, la maiolica per rivestire gli spazi verdi e la pietra lavica mista con ceramica per descrivere i momenti più importanti della storia siciliana, il mondo contadino.

FOTO DI CLAUDIO PEZZILLO

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