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Salvato bambino ustionato oltre il 60%: decisiva la pelle paterna

Bambino ustionato oltre il 60% della superficie corporea è stato curato con successo al Centro Grandi Ustioni dell’Ao Cannizzaro dove per circa tre mesi è stato ricoverato.

Una sala del Reparto in questione

La permanenza del bambino in ospedale

Nel momento in cui il bambino è arrivato al Pronto Soccorso Pediatrico era in condizioni critiche con più di metà corpo con ustioni: una volta portato al Centro Grandi Ustioni è rimasto ivi per più di tre mesi con anche una degenza nella Rianimazione Pediatrica dell’ospedale Garibaldi; decisivo l’intervento da parte del padre nel dare al figlio “porzioni” di pelle sana.

Le dichiarazioni del direttore Centro Grandi Ustioni dell’Ao Cannizzaro Rosario Ranno

Il primo passo è stato quello di effettuare un’escarolisi enzimatica, una metodica moderna che permette di asportare tutta la pelle ustionata senza interventi chirurgici e senza perdite di sangue. Abbiamo inoltre utilizzato sostituti dermici di ultima generazione, che hanno contribuito a ridurre il rischio di infezioni e a stabilizzare le condizioni emodinamiche del piccolo paziente. Per favorire la guarigione, è stato effettuato un trapianto di pelle prelevata dal padre, sfruttando la compatibilità biologica per rigenerare le zone più estese di tessuto danneggiato“.

Al centro il direttore generale dell’Ao Cannizzaro Salvatore Giuffrida (foto di repertorio)

Le dichiarazioni del direttore generale dell’Ao Cannizzaro Salvatore Giuffrida

Il nostro Centro Ustioni conferma il suo ruolo di punto di riferimento per il trattamento delle ustioni nel Centro Sud Italia e di eccellenza a livello nazionale. L’alta specializzazione dell’équipe medica, l’uso di tecnologie all’avanguardia, la sinergia con le altre Unità Operative aziendali, e anche con le altre Aziende ospedaliere e sanitarie, consentono di gestire con successo casi estremamente complessi, come quello del bambino investito da una fiammata. Nell’anno appena trascorso, sono stati più di 120 i grandi ustionati ricoverati e trattati, parte dei quali provenienti non solo dall’intera Sicilia ma anche dalla Calabria, con una significativa mobilità attiva“.

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