Governo Draghi: prossimo decreto, verso una nuova stretta per incubo varianti
Da indiscrezioni che emergono da Palazzo Chigi, dopo il vertice cui hanno partecipato con il Presidente del Consiglio, Mario Draghi insieme al CTS (Comitato Tecnico Scientifico), sembra che con il Decreto in via di emissione si vada verso una nuova stretta.
Chi sperava in prossime riaperture potrebbe rimanere alquanto deluso.
Il Governo vuole muoversi in largo anticipo rispetto alla scadenza del prossimo 5 marzo, data di scadenza dell’ultimo DPCM di Giuseppe Conte.
Al vertice tenuto a palazzo Chigi hanno partecipato oltre ai componenti del CTS anche i ministri Roberto Speranza (Salute), Maria Stella Gelmini (Affari Generali e Autonomie), Daniele Franco (Economia), Giancarlo Giorgetti (Sviluppo Economico).
Durante la riunione si è fatto il punto della situazione attuale dal punto di vista epidemiologico. Il Governo vorrebbe improntare la propria azione alla massima prudenza, come trapelato dalla riunione e, inoltre, sembrerebbe non vi sia più un DPCM ma un decreto-legge da sottoporre al Parlamento. Strada questa sicuramente più corretta ma certo piena di insidie anche se il Governo gode in Parlamento di una larghissima maggioranza.
Nella sostanza sembra sia proprio difficile che possa essere concessa la riapertura dei ristoranti la sera tranne che la Regione non si trovi in zona bianca, cosa difficile da ottenere.
Anche per cinema e teatri sembrerebbe venga adottata la linea della massima prudenza mentre i musei potranno restare aperti da lunedì a venerdì in zona gialla.
Infine sembra che venga istituita anche una zona arancione scuro ovvero una fascia arancione rafforzata che prevederebbe la chiusura delle scuole, il divieto di spostamento nelle seconde case e la chiusura di bar e ristoranti.
La sensazione è quella che le possibili riaperture possano slittare alla fine di marzo ma anche, possibilmente, ai primi giorni di aprile.
Il Decreto che verrà emesso potrebbe inoltre contenere contestualmente anche i ristori per le attività per le quali è prevista la chiusura.
Intervenendo al Senato il ministro Speranza ha dichiarato:
“Il dpcm in vigore è in scadenza il 5 marzo e il governo è qui in Aula per un confronto con il Parlamento”.
“Siamo in una situazione politica completamente nuova. Superata la crisi, tutti dobbiamo sentire forte l’obbligo di corrispondere positivamente alle ragioni sostanziali che hanno portato alla nascita di questo esecutivo: fronteggiare le gravi emergenze sanitarie, economiche e sociali”.
“Siamo all’ultimo miglio, ad un passaggio delicato e decisivo. Serve uno sforzo unitario, una leale collaborazione”
“Argineremo il virus grazie alla scienza e al lavoro quotidiano del nostro personale sanitario, che non smetteremo di ringraziare ogni giorno. I ritardi di alcune forniture non cambieranno l’esito della partita in corso. Non è retorica: finalmente vediamo la luce in fondo al tunnel.
In questo ultimo miglio non possiamo abbassare la guardia. Non ci sono le condizioni per allentare le misure di contrasto alla pandemia”