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Ponte sullo Stretto di Messina: il parere del Prof. Enzo Siviero

In occasione di un recente incontro promosso e organizzato dall’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori, presso la propria sede di Messina, il Prof. Enzo Siviero, Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzioni già Ordinario e già Docente all’Università IUAV di Venezia, oggi Rettore dell’Università Telematica eCampus, ha dato il proprio contributo per meglio chiarire qual’è oggi lo stato dell’arte sulla progettazione del ponte sullo Stretto di Messina.

A una precisa domanda sulla possibilità che un treno possa passare sul ponte sullo Stretto ha risposto che si, assolutamente si. In particolare chi mette in giro che un treno non possa passare sul ponte ovvero possa passare soltanto in alcuni periodi dell’anno è completamente disinformato o peggio, ha continuato il docente, forzatamente orientato, per motivi ideologici a denigrare il ponte tirando fuori questioni che non esistono.

Il professore rammenta a tutti che il progetto definitivo ha avuto l’approvazione di tutti gli Enti. C’è stato solo un problema ambientale, strumentale, superabile se si vuole. Ciò a partire dal progetto di massima approvato e che ha dato poi il via alla gara internazionale vinta da EUROLINK S.C.p.A.

I progettisti, la Società Cowi Consult, sono, tra l’altro una delle più grandi Società di Ingegneria al mondo che ha fatto circa 70 – 80 tra i ponti più grandi del mondo. Inoltre questa Società ci mette la faccia e non solo. Ci mette anche il portafoglio perché le Società di ingegneria in giro per il mondo rispondono in proprio. Ciò vuol dire che se viene commesso un errore, questo lo si paga sia in termini economici sia in termini di immagine. Cowi non ha mai avuto problemi. In definitiva il problema del treno non c’è.

Il ponte, assicura il prof. Siviero, è stato dimensionato come si deve.

Tra i problemi emersi vi è anche il problema del vento rispetto al treno che ha una massa d’impatto abbastanza elevata. Anche in questo caso, fa presente il professore, non c’è alcuna limitazione di velocità legata al vento perché sono stati previsti i frangivento dimensionati apposta per evitare un’azione forte sul treno in transito.

Un vincolo di velocità è stato posto all’inizio dell’attraversamento a causa di una curva troppo ampia e quindi, esclusivamente per motivi di transito ferroviario e indipendentemente dal ponte. Evidentemente la velocità potrà essere poi aumentata durante il resto del tragitto. Ma parliamo di velocità dell’ordine di 130 – 140 chilometri orari. Ma fosse anche una limitazione a 70 – 80 Km/h, alla fine si tratta di alcuni secondi, o al più di qualche minuto, niente di più.

Il vero problema, tra l’altro brillantemente risolto, è il giunto. Un giunto ferroviario di 7 – 8 metri. Un giunto che da solo è un capolavoro di ingegneria. Il ponte non presenta soltanto una luce da record (3300 m). Nel ponte vi sono altri record interni enormi di cui, naturalmente, nessuno vanta: in Italia siamo tutti bravi a farci del male, secondo il prof. Siviero.

Gli altri ci copiano il ponte: il ponte sui Dardanelli che sarà aperto il prossimo anno, di 2200 metri, prende esattamente la sezione del ponte di Messina, bicellulare perché in quel caso non c’è la ferrovia. Il terzo ponte sul Bosforo che è pure ferroviario, fatto da Impresa Appalti e aperto qualche anno fa prende la stessa sezione del ponte di Messina.

Ormai tutti i ponti di grande luce vengono progettati con gli impalcati studiati per il ponte di Messina.

Purtroppo, invece, in Italia, non riusciamo a realizzare ma solo a parlare.

Non è possibile che gente che non sa nulla, non si documenta, è profondamente ignorante, continua Siviero, dice stupidaggini senza avere la minima cognizione di causa di quello che sta dicendo.

Continuando Siviero fa un escursus sulla progettazione del ponte e ci tiene a precisare che il progetto definitivo realizzato dalla Società Cowi revisionato e approvato dalla PMC, (Project Management Consultimg) è stato approvato dagli Organi dello Stato e dalle due Regioni Calabria e Sicilia ed è cantierizzabile fin da subito.

Tra l’altro la metà delle opere riguarda peraltro gli attacchi a terra: la metropolitana di Messina, lo spostamento della stazione di Messina, la valorizzazione del Water front.

In particolare il prof Siviero fa presente che qualora il ponte si fosse realizzato la città di Messina si sarebbe trasformata ed evoluta. Sarebbe potuta diventare la New York del 2000. Come il ponte di Brooklyn, alla fine dell’800 ha cambiato la polarità di New York così sarebbe stato per Messina e per Reggio Calabria che sarebbero diventate la “Metropoli dello Stretto”.

Chi critica sarebbe bene che studiasse la storia per imparare che sono le infrastrutture che hanno fatto la evoluzione della localizzazione.

Anche la Calabria ne avrebbe grandi benefici.

In definitiva la Metropoli dello Stretto potrebbe diventare realtà. A vantaggio completo non solo di Messina e di Reggio Calabria ma di tutta l’Italia perché l’Italia è un polo sul Mediterraneo.

Purtroppo mentre ogni ponte, nella storia, è sempre stato qualcosa che unisce, l’unico ponte che divide è quello di Messina.

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