Il Castello Ursino ha visto la presentazione del libro “L’anima dei luoghi risuona al plurale” della scrittrice e docente Josè Calabrò, narrante di 34 racconti di cittadini misterbianchesi e mottesi.
I relatori e i temi dibattuti
La conferenza è stata organizzata con il supporto del comune di Catania, della Fai di Catania, del Liceo Coreutico “Angelo Musco” di Catania, del teatro siderurgico di Misterbianco, dell’Ets “Fare Stormo – Il cerchio delle donne” e il Festival nazionale delle Complessità; presenti a parte l’autrice Josè Calabrò, il giornalista Roberto Fatuzzo, il poeta e critico Giuseppe Condorelli, la delegata Fai Catania Maria Licata, il vulcanologo Salvatore Caffo, la deputato regionale Jose Marano e svariati autori di letture, musiche e danze svoltesi dentro la conferenza.
Per l’autrice la stesura di questo libro è stata consequenziale a quelle di “Le case dei gelsi” del 2016 e “Ritratti documentati di una città invisibile” del 2019, nel narrare 34 storie di persone provenienti da due territori tanto vicini e tanto lontani al tempo stesso come Misterbianco e Motta Sant’Anastasia, divisi da antichi campanilismi, ma uniti nel corso dei decenni da tante tematiche e o problematiche comuni. Altro argomento cardine del dibattito è stata l’esistenza dell’area di parco presente fra i due centri abitati e la parte nordoccidentale di Catania: il Sieli, costituito da varie colline partenti dal quartiere catanese di Monte Po fino a ridosso del centro urbano di Motta, esso non avendo comunque un’altimetria superiore ai 600 metri sopra il livello del mare, venendo definito come “un’opportunità non realizzata sia ambientale ma ancor di più sociale e integrativa“.
Dopo i vari interventi del dibattito si è passati alle coreografie e alle musiche coordinate e realizzate da giovanissimi studenti che hanno partecipato all’iniziativa.
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