Scuole paritarie, quali difficoltà.
In questi giorni di emergenza sanitaria Don Ivan Maffeis, sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana e Direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali, ha rappresentato la difficoltà che stanno vivendo oggi le scuole paritarie.
In particolare è stato chiesto un fondo straordinario per le scuole paritarie o altre forme di sostegno, quali ad esempio la detraibilità delle rette, alle famiglie.
Infatti qualora il prossimo mese di settembre le scuole paritarie fossero impossibilitate ad aprire si avrebbe, oltre che un oggettivo impoverimento culturale, anche un aggravio di alcuni miliardi di euro all’anno sul bilancio della collettività.
Le scuole paritarie, infatti, costituiscono per lo Stato un indubbio vantaggio economico: accolgono e formano circa 900.000 studenti e permettono un risparmio allo Stato che è stato quantificato in circa 6 miliardi l’anno. Ma le scuole paritarie, pur svolgendo un ruolo fondamentale, sono paritarie solo formalmente: manca, nei confronti di questi enti, il riconoscimento sostanziale, concreto, materiale che possa permettere loro di esercitare la funzione educativa e formativa per cui sono nate.
A rischio licenziamento anche 100 mila dipendenti e inoltre, nel giro di pochi mesi potremmo assistere alla chiusura e al fallimento di tantissime strutture. Sparirebbe con loro la grande tradizione di scuole che hanno formato da sempre una grande parte della classe dirigente italiana.
Una condivisione di questo appello viene dal gruppo parlamentare di Forza Italia che tramite Alessandra Gallone, vicepresidente dei senatori ha comunicato che nell’ambito del Decreto Scuola, Forza Italia chiederà sia consentito alle famiglie di detrarre al 100% il costo delle rette per un tetto massimo corrispondente al costo standard di sostenibilità per allievo.
Anche il gruppo parlamentare di Italia Viva ha espresso il proprio sostegno alle richieste delle scuole paritarie. Così ha detto Gabriele Toccafondi: “Ritengo che sia meglio istituire un fondo straordinario per le scuole che non ce la fanno economicamente”.