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A 30 anni dal crollo del muro di Berlino… I nuovi muri che dividono la nostra società.

Nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1989 venne abbattuto il muro di Berlino, quel giorno rimase nella storia. Le televisioni di tutto il mondo mandarono in onda le immagini in diretta dell’evento.

Un evento importante che segnò la fine del regime comunista e avviò la riunificazione della Germania.

Evento che rovescia la storia del Novecento, che pone fine in maniera definitiva alla Guerra Fredda e pone le basi della globalizzazione.

Il muro di Berlino venne costruito nel 1961, nella notte fra il 12 e il 13 Agosto per evitare che i tedeschi della RDT scappassero verso l’ovest della Germania e impedire cosi la fuga verso l’ovest delle migliori forze lavorative, giovani, intellettuali, ingegneri che lasciavano la Germania Est per trovare all’Ovest un avvenire migliore.

Cosi all’improvviso le famiglie, gli amici e le coppie di innamorati fino a quel momento uniti nella stessa città di Berlino si trovarono ad abitare da un parte e dall’altra di un confine di Stato rigido; non più facilmente varcabile perché protetto a vista dalla polizia della RDT che sparava verso chi tentava di attraversare il confine stesso. Furono almeno 140 le vittime del muro, almeno quelle ufficiali attestate dai registri.

L’inizio della riunificazione delle due Germanie si ebbe nell’agosto 1989. In quel mese l’Ungheria cancellò le limitazioni alla frontiera con l’Austria, creando così una prima “breccia” nella cortina di ferro. Successivamente, nel mese di settembre dello stesso anno, migliaia di cittadini della RDT tentarono di raggiungere la Germania Federale passando attraverso l’Ungheria, ma vennero respinti. Da quel momento vi furono tante dimostrazioni e proteste che costrinsero il governo della Germania Est, nella persona di Egon Krenz, ad allentare i controlli di frontiera.

Le disposizioni dovevano entrare in vigore a partire dal 10 novembre 1989, ma vi fu un eclatante malinteso: nella conferenza stampa internazionale del 9 novembre 1989, il portavoce del governo di Berlino Est, Gunter Schabowski, forse non informato per bene, annunciò in diretta che tutti i berlinesi avrebbero avuto il permesso di attraversare liberamente il confine con effetto immediato.

La popolazione si ammassò subito contro il muro e fu impossibile arginarla. Così le frontiere furono aperte e la città si ritrovò ad essere finalmente unita.

Quella notte fu una grande festa di popolo, famiglie riunite, fratelli e sorelle che non si vedevano da anni, genitori che riabbracciavano i figli, coppie che si ritrovavano, una festa di popolo che durò tutta la notte e anche nei giorni successivi.

Nelle due settimane successive, tanti berlinesi distrussero il muro che li aveva tenuti in ostaggio per quasi trent’anni. Venne cosi abbattuto l’ultimo simbolo della Guerra Fredda.

Rimane ancora come traccia storica la memoria del muro a testimonianza di quel periodo e soprattutto come monito per le nuove generazioni perché non vi siano mai più divisioni.

Quella notte di novembre del 1989, quando il muro di Berlino venne abbattuto, in tanti speravano e sognavano in un mondo senza più muri.

Purtroppo tanti muri “vivono e crescono” ancora oggi accanto a noi, nella nostra società, nel nostro Paese.

Come strumento di protezione dai pericoli veri o presunti, in una società che invece di costruire ponti, come chiama a fare papa Francesco, “separa, blinda e chiude”.

Secondo gli studi della geografa Elisabetta Valley gli attuali muri sono 77 in tutto il mondo: ottomila chilometri di reti, filo spinato, cemento armato, sensori elettronici costruiti in tutte le parti del mondo e impiegati per tenere lontani i diversi: «nemici», «terroristi», «clandestini», «contrabbandieri» e «delinquenti». Ottomila chilometri di muri concepiti in nome della sicurezza di chi «sta dentro», ma attirando la curiosità di chi è fuori.

A questi muri possiamo aggiungere anche le difficoltà di molte famiglie che a causa dei nuovi muri imposti dal mercato e dalle tariffe dei trasporti aerei vengono costrette a divisioni soprattutto nelle feste particolari come il Natale e la Pasqua.

Infine la demolizione del muro insegna a ciascuno di noi che la libertà va conquistata giorno dopo giorno con l’impegno di tutti.

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