STRAGE DI CAPACI. “GLI UOMINI PASSANO, LE IDEE RESTANO… E CONTINUERANNO A CAMMINARE SULLE GAMBE DI ALTRI UOMINI”
Un giorno rimasto impresso in maniera indelebile a molti, quel 23 maggio 1992; a Capaci una strage che scosse l’Italia intera e diede un primo squarcio importante alla Sicilia. Una ferita che s’ingrandì ancor di più dopo la morte di Borsellino quel 19 luglio dello stesso anno e che servì da ulteriore spinta per tuti i siciliani, per tutti gli italiani, a scendere in strada a combattere le mafie. A distanza di 28 anni la loro testimonianza è viva e si è trasmessa come un verbo a tutte le nuove generazioni ed è anche grazie al loro sacrificio che adesso si respira aria di rinascita, aria di libertà. Ma questa libertà in alcuni casi è compromessa proprio da coloro che sbandierano ai quattro venti la legalità e la lotta alla corruzione e lo vediamo sino ad oggi con tutte le inchieste che sono in corso nella nostra cara Italia. Ogni volta che un magistrato, un poliziotto, un politico, un giornalista, un commerciante, un uomo qualsiasi, non compie il suo dovere verso il bene comune sottomettendo il prossimo al suo volere o al suo interesse, è lì che viene meno il nome di coloro che hanno perso la vita per combattere la mafia; è lì che viene infangata la memoria di tutta la gente morta per donare la libertà al prossimo.
Oggi, al tempo del Covid-19, nessuna manifestazione in strada, ma un lenzuolo bianco per ogni balcone in ricordo di ciò che accadde il 23 maggio del 1992, in memoria della morte di Giovanni Falcone, di sua moglie e della sua scorta; questa l’iniziativa lanciata quest’oggi in tutta la Sicilia.
A Capaci, solo una corona di fiori posta sul luogo della strage da parte del prefetto di Palermo Forlani, del questore di Palermo Cortese, della sorella del giudice Maria Falcone e della vedova del caposcorta Tina Montanari. Presente anche l’arma col comandate provinciale dei Carabinieri Guarino e quello della Guardia di Finanza Quintavalle che è stato colui che fisicamente ha deposto la corona commemorativa.