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Avvento, tempo di vicinanza e di vigilanza.

È iniziato ieri, con la prima domenica di Avvento, il nuovo anno liturgico.

Quest’anno il tempo di Avvento e la Festa del Natale saranno particolari e segnati da un clima di incertezza.

Nel loro messaggio i Vescovi di Sicilia si domandano «quale sia la sensazione con la quale quest’anno entriamo nel tempo di Avvento. Ci sentiamo compagni di un viaggio diventato molto incerto e pericoloso. Ci prende la sensazione di un cammino nel deserto, senza strade sicure.

L’unica meta che adesso ci interessa è quella di veder sorgere il giorno in cui il Covid-19 sarà sconfitto! Dopo enormi danni: lutti, crolli economici, reazioni disperate! Aneliamo alla notizia che presto ci sia il vaccino per tutti.

Per questo occorre saper guardare oltre, saper guardare alla Speranza che la venuta del Signore Gesù porta nei nostri cuori».

In San Pietro, durante la celebrazione Eucaristica con undici dei nuovi cardinali presenti a Roma, Papa Francesco ha affermato che «L’Avvento è il tempo in cui fare memoria della vicinanza di Dio, che è sceso verso di noi». 

In seguito all’altare della Cattedra il Santo Padre pensando alle incertezze del tempo presente ha invitato «tutti a vegliare. Vegliate, state attenti»., ha continuato poi la riflessione affermando che «se dobbiamo vegliare, vuol dire che siamo nella notte. Sì, ora non viviamo nel giorno, ma nell’attesa del giorno, tra oscurità e fatiche. Il giorno arriverà …. non perdiamoci d’animo».

Dalla prima domenica di avvento è stato introdotto nella liturgia il nuovo messale utilizzando dei testi meglio tradotti in italiano.

In particolare nell’atto penitenziale all’inizio della messa, nel confesso si aggiunge a “fratelli” le parole “e sorelle”, al posto del “Signore Pietà” si darà priorità alla forma Greca “Kjrie-Christe, eleison”, per far riscoprire una delle espressioni più ricorrenti nei vangeli in lingua originale, nel “Gloria” si dirà “Pace in terra agli uomini amati dal Signore”, due frasi del Padre Nostro verranno cambiate in questo modo: “rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori” e “non abbandonarci alla tentazione, ma liberarci dal male”, infine nel rito di comunione cambia la formula dell’invito: “Ecco l’Agnello di Dio, Ecco Colui che toglie i peccati del mondo. Beati gli invitati alla cena dell’Agnello”.

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