Scuola, dad fino a fine Gennaio? Questa è la richiesta dei presidi
Secondo i dati statistici sono oggi circa 700 mila gli studenti non vaccinati tra le scuole medie e le scuole superiori; sono questi quegli studenti che rischiano di rimanere a casa (con didattica a distanza – dad) se vi sono due positivi nelle loro classi.
Si stima che alla riapertura delle scuole saranno circa 80 mila le assenze tra docenti e personale Ata, tali assenze comporterebbero in media l’assenza, in ogni scuola, di circa 10 tra docenti e personale Ata.
Per tale motivo, secondo i presidi, non vi sono le condizioni per la riapertura delle scuole in presenza; nella giornata di ieri, infatti, duemila presidi hanno sottoscritto un appello attraverso il quale chiedono al Presidente del Consiglio Mario Draghi, al Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ed ai presidenti delle Regioni di ripartire con la didattica a distanza almeno fino al 24 o al 30 gennaio.
Il Governo Draghi nel corso del Consiglio dei Ministri del 5 gennaio scorso ha modificato le regole per la scuola, cambiandole con nuovo protocollo.
Nelle scuole materne, considerando che i bambini non rientrano ancora nella categoria dei vaccinabili, le misure sono rimaste invariate. Con un solo caso di positività la classe, la sezione o il gruppo di bimbi rimangono a casa per 10 giorni.
Nelle classi primarie con un soggetto positivo le attività rimangono in presenza ma scattano le misure di sicurezza con l’esecuzione di due tamponi (test antigenico o molecolare) il primo da effettuare quando si verifica il caso ed il secondo trascorsi 5 giorni. Con due casi di positività si va in Dad per 10 giorni.
Per gli alunni delle scuole medie di primo e secondo grado, con un soggetto positivo i ragazzi rimarranno con didattica in presenza ma indosseranno una mascherina Ffp2 e saranno soggetti a monitoraggio che sarà effettuato con l’esecuzione di testi antigenici gratuiti, invece se vi sono due casi di positività i ragazzi non vaccinati o quelli che non hanno ancora concluso il ciclo vaccinale o sono guariti da meno di 4 mesi o non hanno eseguito la terza dose andranno in Dad per 10 giorni, chi invece si è sottoposto alla terza dose resta in classe con auto sorveglianza e la mascherina Ffp2, con tre casi si andrà tutti in Dad per 10 giorni.
Per gli atenei il Ministero dell’Università e della Ricerca ha concesso la possibilità alle università di eseguire gli esami e le lauree a distanza per due mesi.
I presidi, come detto, non sono d’accordo e hanno inviato un appello firmato contro la «situazione ingestibile» dove chiedono «una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza – con l’attivazione di lezioni a distanza – per due settimane».
A detta dei presidi con questo nuovo decreto che stabilisce le nuove regole sulle quarantene per il ritorno a scuola «ci sarà frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa».
Secondo Antonello Gianelli, presidente dell’Associazione Nazionale presidi «Bisogna dare la possibilità alle famiglie di mettersi in pari con le vaccinazioni dei ragazzi, con 2-3 settimane di Dad, per questo la distinzione sui non vaccinati andava introdotta, ma con gradualità». Inoltre Gianelli ha affermato che «andrebbero garantite le mascherine Ffp2 a tutti e, fino al primo febbraio, servirebbe una massiccia campagna di testing per verificare se il sistema riesce a praticare i tamponi: ho il sospetto che la tempistica dei test e del tracciamento non sia migliorata rispetto al passato e c’è il rischio che la scuola abbia notizia dei risultati dei tamponi effettuati solo diversi giorni dopo».
Il rinvio della didattica in presenza era stato chiesto anche dai Presidenti delle Regioni dopo la cabina di regia con il Governo. Al momento il governo però non ha intenzione di cedere
Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa afferma che «Non si tratta di discriminazioni ma di situazioni diverse dovute alle vaccinazioni». La campagna vaccinale per la fascia 12-19 anni è già iniziata da tempo. Oltre il 70% è vaccinato. Con coerenza possiamo applicare regole diverse».
Le nuove regole hanno l’obiettivo di spingere alle vaccinazioni. Però la campagna di vaccinazioni che è partita per la fascia di età tra i 5 e gli 11 anni a metà dicembre stenta a decollare. Infatti sono solo 435 mila le prime dosi effettuate.