Misterbianco, 16 Novembre comizio di Attiva Misterbianco.
Comunicato Stampa di Attiva Misterbianco
Lo scrivevamo già il 26/11/2018, sotto l’egida degli arresti domiciliari dell’ex vicesindaco Carmelo
Santapaola, a causa dell’operazione Revolutionbet2, che la culpa in vigilando del sindaco e della sua giunta
circa gli affari di tanti clan, troppi clan, presenti sul nostro territorio non potevano essere banalizzati e
derubricati a questioni “bagatellari” d’intestazioni fittizie d’esercizi commerciali ai familiari. Dicevamo che
le dimissioni sarebbero state, intanto, un atto liberatorio per l’onorabilità di Nino Di Guardo che nessuno
mette in dubbio, e sarebbero state, anche, un atto di responsabilità verso la città che non si meritava il
secondo scioglimento per mafia in meno di trent’anni dall’omicidio di Paolo Arena.
Poi abbiamo ribadito nel comizio del 18 maggio 2019, dopo gli arresti dell’operazione Gisella, che nessuno
anche tra le forze d’opposizione poteva tirarsi fuori dalla storia dell’ambiguità e contiguità nella ricerca
dannatissima del voto di scambio mafioso con i clan su piazza, perché nelle intercettazioni, dopo il
coinvolgimento e l’arresto del figlio del consigliere La Spina ( operazione Zeta), risuonava stonatissima la
telefonata della segretaria di un altro consigliere, Marco Corsaro, allora vicesindaco ( intercettazione del
13/03/2017) in cui si contattava il detenuto agli arresti domiciliari Gaetano Nicotra del clan dei Tuppi o degli
“scappati” alleati al clan Mazzei.
Ebbene, chiunque voglia cercare le ragioni e i motivi precauzionali che, ben prima dell’ulteriore verifica
della commissione prefettizia durata 6 mesi, hanno portato allo scioglimento per mafia del Comune di
Misterbianco, non può che abbeverarsi alle due corpose ordinanze di arresto delle operazioni citate, perché
ne sono state le fonti ispiratrici, quasi le linee guida, rispetto all’ultima stringata relazione commissariale di
appena 46 pagine.
Relazione che aggiunge solo sconforto ai fatti illustrati nell’atto d’accusa per associazione di stampo
mafioso che ha riguardato un pezzo politico dell’amministrazione comunale, perché non vengono
risparmiati atteggiamenti “evasivi e sfuggenti” stavolta da parte di impiegati pubblici che con forte
ostruzionismo forniscono scarsa e frammentaria documentazione, una relazione amara che stride con la
rappresentazione della “casa di vetro” trasparente millantata fin negli ultimi stanchi comizi.
Noi di Attiva Misterbianco ci siamo augurati da tempo l’adesione ad una nuova stagione d’incontri e
confronti con le forze sane e responsabili della città.
Ribadiremo nel prossimo incontro con la neo insediata commissione prefettizia alcune delle proposte già
lanciate pubblicamente: la modifica dell’articolo uno dello Statuto Comunale ( Misterbianco ripudia la
mafia) ; la nascita di un Osservatorio permanente contro le infiltrazioni mafiose; plaudiamo
all’atteggiamento di apertura con cui si è scelto di allargare la partecipazione anche non premiale dei gruppi
carnevaleschi, per condividere esperienza e contesto ludico non solo come competizione; sottoscriviamo
con loro la doverosa costituzione di parte civile nel processo penale n 1725; lanciamo la proposta di un
tempo cadenzato con frequenza almeno mensile ed un luogo neutro presso cui autoconvocarci, tra cittadini
e cittadine, forze politiche, associazioni, sindacati, parrocchie, movimenti per scrivere con passione e con
metodo scientifico una nuova pagina di riscatto e promozione della Misterbianco che non può essere
“famigerata” solo per la munnizza e i ripetuti scioglimenti per mafia.