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Papa Francesco da piazza San Pietro: non abbiamo ascoltato il grido dei poveri e del nostro pianeta gravemente malato.

Rimarranno nella storia le immagini di ieri sera, quando dal sagrato di San Pietro, sotto una pioggia battente, il Santo Padre, Papa Francesco, ha rivolto una preghiera in comunione con tutta la Chiesa universale affinché abbia termine la pandemia che si è estesa in tutta il mondo.

Davanti alla basilica sono stati portati il crocifisso della Chiesa di San Marcello in via del Corso che nel 1522 liberò il popolo romano dall’epidemia della peste, dopo che per 16 giorni venne portato in processione per le vie di Roma. E accanto al crocifisso l’immagine della Madonna, “Salus Populi Romani”, la cui iconografia, del primo millennio cristiano, secondo la tradizione è attribuita a San Luca.

Durante la sua riflessione Papa Francesco riferendosi al Vangelo di Marco (Mc 4,35) che racconta di Gesù che dorme dentro la barca nel mare in tempesta, così afferma: “Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio” e ha proseguito dicendo che “ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo tutti importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme”.

Nel silenzio vuoto della piazza, rotto solo dal rumore della pioggia battente, il vescovo di Roma continua dicendo che “ la tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità” e ha proseguito: “In questo nostro mondo siamo andati avanti a tutta velocità, sentendoci forti e capaci in tutto. Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato”.

Il Papa continuando, si sofferma sugli atteggiamenti che oggi tutta l’umanità è chiamata a fare propri, oggi afferma Il Santo Padre “è il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri”.

In particolare Francesco ha ricordato quelli che “stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: medici, infermiere e infermieri, addetti dei supermercati, addetti alle pulizie, badanti, trasportatori, forze dell’ordine, volontari, sacerdoti, religiose e tanti ma tanti altri che hanno compreso che nessuno si salva da solo”.

Alla fine spostandosi all’interno dell’atrio della Basilica davanti al Santissimo Sacramento esposto in modo solenne, il Papa si è soffermato in una lunga preghiera silenziosa.

In conclusione Papa Francesco ha impartito la benedizione “Urbi et Orbi”, con l’indulgenza plenaria, come a Natale e a Pasqua, perché possa terminare nel mondo. la spietata pandemia del Covid–19.

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