Torino la mostra dal titolo: “Filippo Juvarra regista di corti e capitali. Dalla Sicilia al Piemonte all’Europa”
Si è conclusa lo scorso 13 giugno a Torino la mostra, presso la Biblioteca Nazionale, dal titolo “ Filippo Juvarra regista di corti e capitali. Dalla Sicilia al Piemonte all’Europa”
La mostra è stata organizzata per celebrare il tricentenario della fondazione della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino.
La mostra, organizzata con il Patrocinio della Città di Torino è stata curata da: Maria Vittoria Cattaneo, Chiara Devoti, Elena Gianasso, Gustavo Mola di Nomaglio, Franca Porticelli, Costanza Roggero, Fabio Uliana.
All’interno della mostra è stato esposto per la prima volta nella sua completezza la raccolta più corposa dei disegni di Filippo Juvarra, che è stato il “Primo Architetto civile di Sua Maestà”, così come nominato dal re Vittorio Amedeo II.
Tre sono stati i percorsi espositivi: il primo è stato dedicato agli studi dell’architetto e dei suoi più stretti collaboratori relativi alle architetture civili e religiose; il secondo sulle attività di scenografo legate alla sua permanenza a Roma tra il 1709 e il 1714; il terzo è stato focalizzato il rapporto storico e politico tra la Sicilia, sua terra natale, il Piemonte e l’Europa.
Ma chi era Filippo Juvarra?
Egli nasce a Messina nel 1678 da una famiglia di artigiani argentieri e fin dalla giovinezza si trovò a lavorare con il disegno e l’arte orafa. Si riconducono a lui e a la sua famiglia alcuni candelieri del Duomo di Messina e il pallio d’argento oggi inglobato nell’altare maggiore dello stesso tempio.
Successivamente si trasferì a Roma dove incontra l’architetto Carlo Fontana che rimane entusiasta delle sue capacità. A Roma vince il “concorso clementino” per un palazzo in villa e dopo si ristabilisce a Messina dove si occupa della ristrutturazione di Palazzo Spadafora e della sistemazione del coretto della chiesa di san Gregorio, poi distrutta dal terremoto del 1908.
A Napoli ottenne la nomina di accademico di merito all’Accademia di San Luca dove ricoprì il ruolo di professore unico di architettura.
A Roma, nella chiesa di San Girolamo della carità realizzò la cappella Antamoro.
Alla morte di Fontana, Juvarra ritorna a Messina dove incontra Vittorio Amedeo II di Savoia al quale presenta il progetto del palazzo reale di Messina. Il re lo chiama a Torino per realizzare la Basilica di Superga dedicata alla Vergine e a Torino si svolgerà la gran parte della sua attività di architetto.
In questa città realizza la facciata e lo scalone di Palazzo Madama, il completamento della Reggia di Venaria Reale e la cappella di Sant’Uberto.
Si trasferisce poi in Portogallo, a Londra, nei Paesi Bassi e a Parigi. Ritorna ancora in Italia muovendosi tra Roma e Torino dove costruisce la sua casa studio.
Ancora a Torino, che grazie a lui diventa un polo europeo di architettura, insieme ad altri progetti porterà avanti la realizzazione della palazzina di caccia di Stupinigi, la chiesa del Carmine.
Filippo V, Re di Spagna gli commissionò il completamento del Palazzo Reale a Madrid, dove morì il 31 gennaio del 1736.
Si può dire che il volto di Torino venne profondamente plasmato dallo Juvarra che con i suoi interventi architettonici e scenografici conferì alla città quel tratto che ancora oggi è capace di affascinare i visitatori.